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Il diktat mobile first è tuttora imperativo per il posizionamento sui motori di ricerca, ma il domani è dei siti web ottimizzati per la ricerca vocale: vediamo perché e come ottenere un sito voice search friendly.
La voice search è una tecnologia di riconoscimento vocale che permette di effettuare una ricerca dando un comando con la propria voce. Lanciata da Google nel lontano 2009, sta prendendo sempre più piede: del resto, con una vita estremamente orientata al multitasking, è indubbiamente comodo chiedere a Google, Alexa o Amazon Echo – solo per citare alcuni assistenti vocali – senza doversi fermare e digitare!
Alcuni dati dal mercato americano:
In Italia le cifre sono leggermente inferiori ma in forte crescita: anche gli utenti italiani trovano sempre più comodo effettuare ricerche vocali attraverso un device come lo smartphone, che è sempre a portata di mano.
Ecco perché oggi la voice search integra numerosi servizi e applicazioni e Google stesso si sta plasmando per gestire in modo differente le varie tipologie di query (le parole che usiamo per effettuare una ricerca online), e rispondere alle nuove abitudini degli utenti interpretando al meglio anche le query di natura vocale.
È già da un bel po’ che non sono più gli utenti a imitare il linguaggio della macchina ma è Google che raffina i suoi algoritmi per rispondere a query sempre più complesse: prima con Hummingbird, un algoritmo capace di comprendere a fondo lo user intent e poi con RankBrain – un sistema di machine learning basato sull’AI – che comprende la semantica dell’intera frase e, attraverso la sostituzione di termini e sinonimi, restituisce risultati basandosi sul contesto desumibile dalla query stessa.
Ora, con le ricerche vocali, il linguaggio si fa ancora più discorsivo e “naturale” e l’uso di parole e sintassi è nettamente diverso rispetto al linguaggio scritto: le query vocali sono meno meccaniche, con un minore utilizzo di parole singole a favore di keyword long tail (a coda lunga) e frasi che rispecchiano il parlato di tutti i giorni.
Alla luce di quanto detto finora è abbastanza chiaro che il momento di avere un sito ottimizzato per la ricerca vocale si fa sempre più vicino. Ma da dove si inizia? Quali sono gli elementi su cui lavorare per la voice search optimization? Spoiler: content strategy, dati strutturati, ottimizzazione per mobile e per la ricerca locale.
Il 41% degli utenti che usano la ricerca vocale afferma che si interfaccia con i device come se parlasse con un amico (Google, 2018). Queste persone si rivolgono ai loro smart speaker come se fossero esseri umani perciò non si tratta più di ricerche attraverso parole chiave, ma di vere e proprie domande: il primo passo per ottimizzare il proprio sito per la voice search quindi è proprio individuare le keyword a coda lunga che rispecchiano un linguaggio naturale (conversazionale), ovvero quello che più probabilmente utilizzerà il target di riferimento.
Non solo: anche gli snippet (titolo e descrizione che compaiono nella pagina dei risultati di ricerca) andranno ottimizzati di conseguenza, sperando che Google li ritenga meritevoli di essere elevati a Featured Snippet, ossia risultati che rispondono così bene a una query da essere messi in evidenza in cima alla SERP, tra gli annunci a pagamento e il primo risultato organico.
Ora, l’aspetto più interessante per quanto riguarda la voice search è che il 40,7% delle risposte alla ricerca vocale proviene da Featured Snippet (Backlinko, 2018): Google infatti predilige rispondere alla ricerca vocale con una solo risposta e – guarda un po’ – si tratta proprio di un Featured Snippet!
Un’altra mossa inequivocabilmente strategica è quella di creare contenuti che rispondano a vere e proprie domande: le pagine FAQ, in particolare, sono molto efficaci per il mobile, perché contengono la query di ricerca in forma di domanda e una risposta breve. Ti manca l’ispirazione? Per trovare nuove idee per le frequently asked question controlla le recensioni: sono già scritte in un linguaggio naturale e sono reali richieste da parte del tuo target.
Last but not least: aggiorna spesso i contenuti; rispondi a qualsiasi domanda esistente nella sezione “Domande e risposte” di Google My Business; crea domande interessanti sui tuoi prodotti e servizi che favoriscano la conversione.
Con la ricerca vocale si ottiene in risposta (quando possibile) solo il primo risultato della SERP: il già citato Featured Snippet, il risultato che risponde in modo più preciso ed esaustivo alla ricerca dell’utente.
Per questo motivo, oltre a rendere i contenuti il più pertinenti possibile per la query specifica e assicurarsi che le pagine siano facili da scansionare, è utile aiutare il bot di Google a comprendere meglio i contenuti del sito: possiamo farlo usando il markup dei dati strutturati (schema.org).
Il markup dei dati strutturati – oltre a essere una buona pratica SEO per mettere in evidenza alcuni elementi della pagina in SERP – aiuta a creare metadati per i contenuti, indicando a Google di cosa si tratta senza influire sulla visualizzazione da parte degli utenti.
Hai mai sentito parlare di Google Action o Alexa Skills? Creare un’action di Google o skillare Alexa sono un altro modo per rendere i contenuti del tuo sito maggiormente accessibili da smart speaker, connettendo la tua app a Google Assistant (o Alexa) e offrire una risposta vocale alle ricerche vocali degli utenti.
Non hai un’app? Google crea automaticamente delle Action sulla base dei tuoi articoli, generando una pagina dedicata direttamente nella directory di Assistant e, quando le richieste tramite Google Assistant sono compatibili con i tuoi contenuti, Google chiederà agli utenti se vogliono leggere o ascoltare le tue notizie.
La vera novità lanciata da schema.org e da Google, però è Speakable, un markup che seleziona le parti di testo più adatte per essere lette ad alta voce dai dispositivi che utilizzano Google Assistant: attualmente Speakable è diffuso solo negli USA e viene utilizzato soprattutto per leggere le news, ma domani… chissà!
Attivo a pieno regime dal 2021, il Mobile First Indexing è un algoritmo che premia i siti ottimizzati per mobile, indicizzandoli per primi. Ci sarà un aggiornamento al Vocal First Index? Non possiamo saperlo, ma non sarebbe un evento così sorprendente considerati i vantaggi delle ricerche vocali e il trend in crescita.
L’ottimizzazione per l’esperienza mobile e quella per la ricerca vocale non si escludono, anzi: la maggior parte delle ricerche vocali proviene da dispositivi mobili e molte delle attività da compiere per ottimizzare il sito web per la vocal search sono utili anche per l’ottimizzazione mobile-first.
Backlinko, da un’analisi sui potenziali fattori di ranking per la voice search, ha scoperto che i risultati della ricerca vocale si caricano il 52% più velocemente rispetto alle pagine medie: un punto a favore per posizionarsi nella SERP.
Le ricerche vocali, soprattutto da mobile, hanno una probabilità 3 volte maggiore di far riferimento alla posizione geografica rispetto alle ricerche testuali (Search Engine Watch). Di solito infatti le persone usano il browser o la ricerca vocale del proprio smartphone per ottenere informazioni sulle attività commerciali locali che intendono visitare (es: posizione esatta, orari di apertura, prodotti disponibili…).
Sai cosa significa? Che più ottimizzi i contenuti per farli comparire tra i risultati di ricerche di tipo locale, più avrai ottimizzato il tuo sito per entrambe le tipologie di query, testuali o vocali.
Inizia col creare o rivendicare la scheda Google My Business della tua attività, poi sviluppa una strategia di contenuti studiata per rispondere facilmente alle domande basate sulla posizione.
Con questa panoramica sulle strategie che puoi mettere in to-do-list per ottimizzare il tuo sito puoi passare direttamente all’azione: non ti servirà chiedere a Google come avere una presenza online voice friendly – che suonerebbe più o meno “Hey Google, come faccio a ottimizzare il mio sito per la ricerca vocale?”.