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Doomscrolling: quando la negatività diventa ossessione

Valentina Zambon
Giovanna Benfatto
novembre 2020 - 3 minuti

Mai come in questo particolare momento storico ci siamo scoperti fragili: il mondo al quale eravamo soliti pensare è drammaticamente cambiato, le nostre abitudini sono state violentemente interrotte per dare spazio a una nuova normalità, il distanziamento sociale ci ha obbligato a sostituire la presenza fisica con quella virtuale, aumentando in maniera esponenziale l’utilizzo di qualsiasi apparecchio che potesse permetterci di videochiamare amici, seguire lezioni online o lavorare da casa. La nostra giornata tipo è passata dal “mi sveglio, faccio colazione, esco, vado al lavoro, pranzo con i colleghi, aperitivo con gli amici e via in palestra” al dover rimanere chiusi per intere giornate tra 4 mura. E se vi dicessimo che il senso di angoscia e di frustrazione che avete vissuto in questi mesi è generato proprio dall’unica cosa che vi permette di connettervi con il mondo esterno?

Stiamo parlando del doomscrolling, una parola comparsa per la prima volta su Twitter nel 2018 e divenuta famosa proprio durante il periodo legato all’emergenza Covid-19.

Cosa significa “doomscrolling”

In senso lato, doomscrolling si riferisce alla lettura ossessiva di notizie, ma in senso stretto significa scorrere velocemente i feed e le informazioni da mobile, sia nei social media come Facebook e Instagram, sia nella rete in generale.

La maggior parte di noi si è trovato a cercare avidamente qualsiasi informazione negativa o aggiornamento sul Covid-19, senza però concedersi la possibilità di fermarsi e analizzare con un certo criterio tutte le abbuffate di di negatività che ci venivano somministrate quotidianamente.

Durante i periodi di crisi e di incertezza, prestiamo molta più attenzione alle informazioni negative piuttosto che a quelle positive, poiché il nostro cervello è progettato per rilevare i pericoli e ci mette prontamente in guardia quando si presentano situazioni di rischio.

L’incertezza innesca in noi il desiderio di cercare informazioni per sentirsi rassicurati ma, quando siamo in questo stato d’animo, le continue notizie negative che troviamo riescono solo a confermare le nostre paure e ad aumentare la nostra ansia e il nostro bisogno di sapere. Questo meccanismo può causare stress, problemi di sonno, stati d’animo variabili o persino depressione.

Alcuni consigli per evitare di farsi sopraffare dalla negatività nei momenti di crisi

Ci possono essere rimedi a questa overdose di informazioni? Ecco alcuni consigli!

  • Attuare una sorta di dieta e quindi limitare l’introito di notizie negative anche iniziando a imporci dei limiti temporali, ad esempio potreste decidere di passare 20 minuti al giorno sui social e di disconnettervi volontariamente una volta esaurito il tempo, in questo modo non dovrete nemmeno rinunciare a fare doomscrolling.
  • Un altro consiglio è quello di scegliere altri mezzi per reperire informazioni, ad esempio ricevendo le notizie dalle newsletter di fonti affidabili o da un buon libro scritto da un esperto in materia e non solo dai social.

Questo non è assolutamente un articolo che cerca di demonizzare i social, vuole solo sottolineare che non siamo macchine, non possiamo pensare di assorbire qualsiasi informazione senza pagarne le conseguenze, bisogna porre dei limiti. Come capita con la maggior parte delle cose che ci piacciono, anche con l’utilizzo dei social bisogna porsi un limite per non abusarne.