#Cultura

Che roba è la creatività?

Alessia Cecchin
Alessia Cecchin
dicembre 2020 - 2 minuti
creatività

Si sente tanto parlare di creatività, di persone, idee o prodotti creativi. Spesso si sente dire “sei tu la/il creativa/o del gruppo”. Ma sappiamo davvero cos’è la creatività? Tra tanti stereotipi e luoghi comuni si può pensare che sia una caratteristica innata. Che o la si possiede dalla nascita o non la si avrà mai. È importante quindi capire da dove arriva questa “creatività”. L’etimo della parola implica un agire che genera un risultato, quindi qualcosa di concreto e definibile in termini di originalità. Comporta una trasformazione, quella di elementi già noti e utilizzati che vengono combinati insieme in modo insolito per generare una soluzione nuova. Creativa, appunto. Il concetto di creatività non è universale. Ha significato solo se compreso all’interno di una cultura specifica. Nella cultura occidentale, ad esempio, la creatività viene intesa come soluzione ai problemi in una modalità nuova e utile. Nella cultura orientale invece è vista come l’adattamento attraverso il cambiamento: le persone/cose creative in Oriente sono quelle che possiedono la capacità di affrontare le situazioni e di essere flessibili costruendo qualcosa di nuovo.

Creatività come meta-competenza

La creatività è una condizione fondante dell’esistenza, non un semplice strumento da utilizzare. Non può essere considerata una competenza alla pari delle altre che la persona impiega per affrontare i problemi. Si tratta di una caratteristica intrinseca all’uomo ma il suo utilizzo richiede la consapevolezza e l’elaborazione di un pensiero su di essa per essere utilizzata. Il suo impiego è possibile solo se si combinano contemporaneamente abilità diverse. Ecco perché la si può definire una meta-competenza indispensabile: consiste prima di tutto in un atteggiamento, in un’abitudine mentale, in un modo di affrontare i problemi quotidiani.

Da dove nasce?

La cultura dominante è ancora piena di luoghi comuni e stereotipi sulla creatività, che spesso ne costruiscono una percezione errata. Ecco qualche esempio:

  • è un talento naturale che non può essere insegnato;
  • è un’esclusiva dei ribelli e artisti;
  • è una liberazione senza metodo, una follia;
  • è pura intuizione o casualità.

Bisogna imparare a pensare! Dobbiamo essere consapevoli che un risultato creativo deriva da un agire creativo, che a sua volta è la risultante di un pensare creativo.

lampadina per creatività

Il termine latino “pensum” rappresenta a pieno il processo di elaborazione di un pensiero creativo. Esso infatti, nell’antica Roma, rappresentava la materia grezza di partenza da cui poi si poteva elaborare qualcosa di maggior valore. Edward De Bono, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi artefici della creatività nel mondo, ha strutturato il programma “Thinking”. Questo rappresenta uno dei percorsi più completi per l’insegnamento delle abilità di pensiero, e potremmo definirlo come strumento capace di favorire l’utilizzo della creatività.